ED&F Man Liquid products Italy promuove e mantiene collaborazioni con istituti di ricerca pubblici e privati, italiani ed esteri per offrire una competenza sempre maggiore al cliente.

Strategie alimentari per la riduzione delle emissioni ambientali dell’allevamento bovino – Liquid_Green_Gas_Solution (LGGS)

Realizzato con il contributo del PSR 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna (Misura 16.2.01, Focus Area 3A)

L’obiettivo del Piano è quello di testare l’efficacia di una strategia nutrizionale di precisione per la produzione di latte, che mediante l’uso di mangimi liquidi appositamente formulati, permetta di: a- ridurre le emissioni in atmosfera di metano (CH4) e l’escrezione di azoto urinario, precursore di ammoniaca (NH3) e protossido di azoto (N2O); b- migliorare la sostenibilità degli allevamenti di bovine da latte senza modificare le caratteristiche del latte destinato alla caseificazione.

Link utili:

Fonte finanziamento: PSR 2014-2020 REGIONE EMILIA-ROMAGNA Misura 16.2.01 – Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura. Importo complessivo del progetto: € 193.049,72 – contributo regionale ammesso: € 135.134,80. Durata prevista: 18 mesi (dal 28/09/2022 al 26/03/2024). Focus area: 3A – Migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni e organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali. Settore: Lattiero Caseario. Capofila: ED&F Man Liquid products Italy.

Occorre energia per ridurre le emissioni

Gli zuccheri presenti nei mangimi liquidi di Sugar Plus rappresentano un substrato ideale per la crescita dei batteri ruminali. A beneficiarne è l’efficienza alimentare delle bovine, a cui è associata anche una diminuita produzione di gas serra

L’efficienza degli animali e la scelta degli alimenti che arrivano in mangiatoia sono tra i fattori chiave da tenere in considerazione quando si vuole centrare l’obiettivo della riduzione dell’impronta di carbonio degli allevamenti. Lo sa bene Sugar Plus, il marchio di ED&F Man specializzato nella produzione di mangimi liquidi per ruminanti, che ha fatto della sostenibilità ambientale uno dei valori portanti su cui focalizzare ricerca e risorse. A partire dalla scelta dell’impiego di coprodotti per la formulazione dei mangimi liquidi, fino allo sviluppo di soluzioni contenenti zuccheri diversificati, acidi organici, minerali, proteine solubili ed altri additivi, in grado di ottimizzare la capacità di utilizzo dei foraggi da parte degli animali, migliorare le performance produttive e ridurre infine le emissioni climalteranti generate da ciascuna bovina.

Energia dagli zuccheri

La maggiore disponibilità di proteina microbica sintetizzata con l’impiego dei mangimi liquidi permette di ridurre l’apporto di fonti proteiche tradizionali, come la soia

Studiati in principio per migliorare l’appetibilità della razione unifeed e limitarne la cernita da parte degli animali, i mangimi liquidi vengono oggi utilizzati perché in grado di generare vantaggi ancora più ampi. “Gli zuccheri e gli acidi organici presenti in questo tipo di matrici – spiega Andrea Formigoni, docente di nutrizione e alimentazione presso la Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Bologna – sono in grado di stimolare le fermentazioni batteriche ruminali e aumentare così la degradabilità della fibra. Un aspetto interessante, quest’ultimo, perché consente di migliorare l’utilizzo dei foraggi aziendali, a tutto vantaggio dell’economicità e della sostenibilità”. Ma l’energia prontamente disponibile fornita dagli zuccheri permette ai batteri ruminali di ottimizzare anche la cattura dell’azoto per la sintesi della proteina microbica. “La maggiore disponibilità di proteina di origine ruminale – aggiunge Formigoni – ci permette di riformulare le diete riducendo l’impiego di quelle fonti proteiche tradizionali, come ad esempio la soia, che hanno un peso piuttosto elevato in termini di CO2 equivalenti. Non solo: l’abbassamento dei titoli proteici delle razioni è in grado di migliorare l’efficienza azotata e dunque di ridurre la quota di escrezioni fecali e urinarie di azoto. Evento che incide in modo favorevole sull’attenuazione di gas come l’ammoniaca o il protossido di azoto liberati dalle deiezioni”

Formulazioni innovative

Ed è proprio con l’obiettivo di ridurre le emissioni generate dagli animali che Sugar Plus ha recentemente collaborato con il gruppo di ricerca dell’Università di Bologna, guidato dal professor Formigoni, per lo studio di specifiche formulazioni liquide con un progetto di ricerca inerente al Piano di innovazione “Strategie alimentari per la riduzione delle emissioni ambientali dell’allevamento bovino” realizzato con il contributo del Psr 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna (misura 16.2.01, Focus Area 3A). “Grazie a una nuova strumentazione di cui si sono dotati i laboratori del Dipartimento di scienze mediche veterinarie – continua il nostro interlocutore – riusciamo a simulare in vitro i processi ruminali e dunque a stimare l’efficacia di mangimi liquidi che sono stati formulati e addizionati proprio per ridurre le emissioni di metano generate dagli animali. Al momento attuale la ricerca si è trasferita anche nella fase in vivo presso la nostra stalla didattica-sperimentale e, grazie ai sensori installati nei robot di mungitura, saremo in grado di misurare la concentrazione di metano presente nell’espirato delle bovine e di testare così gli effetti delle strategie di razionamento con i mangimi liquidi adatti e utili a limitare la produzione di gas serra. La prova di campo è ancora in corso d’opera, ma i risultati ottenuti in vitro ci consentono di stimare che l’adozione di questo nuova miscela di prodotti potrebbe consentire un’attenuazione dell’emissione di metano per ciascun animale di circa il 20%”

Economia circolare

L’altro capitolo è quello della valorizzazione di una vera e propria economia circolare, perché i mangimi liquidi firmati Sugar Plus sono ottenuti da sottoprodotti dell’industria agro-alimentare, in particolare, dello zucchero e dell’amido. “Sappiamo ormai da tempo – conclude Formigoni – che gli zuccheri contenuti all’interno dei melassi e degli sciroppi zuccherini possono sostituire convenientemente una quota dell’energia derivante dall’uso di cereali, riducendo così l’utilizzo di alimenti considerati competitivi con l’alimentazione umana per l’impiego di suolo e risorse”. Un impegno, quello del gruppo ED&F Man, volto da una parte all’efficiente utilizzo dei nutrienti della dieta, e dall’altra alla scelta ponderata dei costituenti della razione.

A beneficiarne sono gli animali e a ringraziare è l’ambiente.

I mangimi liquidi firmati Sugar Plus quando vengono aggiunti in razione possono ottimizzare l’utilizzo dei foraggi aziendali

Il Gas Endeavour è lo strumento utilizzato dal gruppo di ricerca dell’Università di Bologna per misurare in vitro l’efficacia dei mangimi liquidi nella riduzione delle emissioni di metano

Tratto da Allevatori Top n° 01-2024

Innovativi nella ricerca,di qui passa il successo nella lotta alle emissioni di metano

In occasione di “Milk the Future – Science” organizzato da Sugar Plus e tenutosi recentemente presso il Tecnopolo di Reggio Emilia, sono stati presentati i risultati dei primi, complessi studi sperimentali condotti presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie di Bologna con l’obiettivo di valutare l’azione anti-metanigena di alcuni mangimi liquidi per l’alimentazione delle lattifere.

In apertura dell’incontro Paolo Galliussi di Sugar Plus ha voluto ripercorrere i presupposti scientifici che hanno portato allo sviluppo di “Red-Met”, l’innovativo mangime liquido al centro degli innovativi studi condotti dall’Università di Bologna.

Passi anni di vita professionale in giro per convegni che analizzano in lungo e in largo come dovrebbe essere allevata, nutrita e curata la vacca da latte, e un passo alla volta ti convinci che, nel nostro settore, la ricerca universitaria italiana poco può fare per competere con quella dei “mitici” e super-finanziati campus americani. Poi un bel giorno vai a seguire un incontro sulla lotta alle emissioni di metano e scopri che quando c’è, finalmente, il gioco di squadra e il pubblico collabora con il privato, i nostri ricercatori riescono a fare cose egregie. È questa la personalissima lezione che ho tratto dall’ultimo appuntamento con Milk the Future, l’ormai affermata piattaforma di divulgazione che Sugar Plus ha voluto dedicare alla filiera lattiero-casearia, e la cui edizione 2024 si è svolta poche settimane fa presso il Tecnopolo di Reggio Emilia. Milk the Future – Science: questo, in verità, il nome per esteso dato all’evento, che ha infatti fornito a due giovani dottorandi del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Bologna l’occasione per presentare i risultati di un ciclo triennale di studi scientifici sull’impiego nelle bovine da latte di alcuni mangimi liquidi messi a punto da Sugar Plus, e di cui è stata valutata l’azione anti-metanigena. Un progetto di ricerca denominato “Liquid Green Gas Solution” e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna per mezzo del Psr 2014-2020 (misura 16.2.01).

Efficienza sostenibile

A Reggio Emilia è stato il professor Andrea Formigoni, punto di riferimento del giovane team di ricerca dell’ateneo bolognese, a inquadrare efficacemente la complessità della tematica in discussione. Primo concetto: l’emissione di gas metano è connaturata all’animale ruminante, ed è dunque un aspetto “modulabile, ma non sopprimibile”. Occorre poi considerare che la zootecnia bovina ha un peso obiettivamente modesto sulla produzione mondiale di gas serra, e i Paesi a zootecnia avanzata, in cui viene praticato un allevamento di tipo intensivo, sono meno impattanti di quelli in cui prevale la pratica del pascolo. Tuttavia, è comunque conveniente che i nostri ricercatori si occupino di emissioni di metano, in primo luogo perché è un’occasione per “affinare i dettagli” e dunque efficientare il nostro metodo produttivo – e in particolare il nostro modo di alimentare le bovine – e poi perchè studiando il metano ci si occupa in realtà anche delle altre emissioni e in particolare di quelle azotate, che nella nostra pianura padana rappresentano il problema ambientale numero uno. Al momento, oltre alla possibilità di una selezione genetica mirata, sono molteplici le strategie alimentari e nutrizionali individuate per modulare le emissioni di metano delle bovine da latte, ma gli effetti ottenuti non sono sempre risultati costanti nel tempo. È il caso di alcuni additivi, che nel breve termine risultano efficaci, ma poi incorrono in una fase di “adattamento” da parte del rumine. Alla luce di queste premesse – ha sottolineato Formigoni – il progetto “Liquid Green Gas Solution” si è voluto concentrare su una proposta innovativa, “dagli effetti inesplorati”, costituita da differenti mix di additivi naturali (fra cui acidi organici, sali e miscele di tannini) incorporati all’interno di un mangime liquido (“Red Met” di Sugar Plus).

Andrea Formigoni ha sottolineato come valga sempre la pena occuparsi di emissioni di metano, in quanto spie del livello di efficienza aziendale

Francesca Ghiaccio, dottoranda dell’Università di Bologna, ha presentato i risultati degli studi condotti in vitro

Al dottorando Riccardo Colleluori il compito di illustrare i risultati degli studi condotti in vivo, sulle bovine allevate presso la Stalla didattica dell’Università di Bologna

Questione di metodo

Ma l’altro aspetto innovativo del progetto riguarda le metodologie utilizzate per misurare le emissioni (individuali) di metano. Come hanno infatti evidenziato a Reggio Emilia i due giovani dottorandi dell’ateneo bolognese Francesca Ghiaccio e Riccardo Colleluori, il progetto “Liquid Green Gas Solution” si è articolato in due fasi, ovvero in una prima batteria di sperimentazioni “in vitro” che successivamente hanno lasciato spazio alle prove “in vivo”, condotte sulle vacche allevate presso la Stalla didattica di Ozzano (Bo). E mentre gli studi realizzati in laboratorio hanno avuto come obiettivo la selezione dei blend da utilizzare sul campo (più di 50 gli ingredienti testati, tra cui i nitrati), le prove in stalla sono state finalizzate a valutare gli effetti anti-metanigeni in condizioni reali di tre diversi mangimi liquidi sperimentali. Detta così sembra molto semplice, ma per misurare il metano sviluppatosi in provetta dal liquor ruminale prelevato tramite sonda esofagea dalle bovine alimentate con la dieta sperimentale o con quella di controllo, non soltanto è stata impiegata una sofisticata e costosa strumentazione, denominata “Gas Endeavour System®”, ma per ricavare dati attendibili è stato anche necessario mettere a punto un protocollo di campionamento (da quali vacche prelevare il liquor? Meglio prima o dopo il pasto principale?), oltre che un protocollo di fermentazione (quali volumi di liquor è bene utilizzare? Per quante volte? Quali le dosi di additivo da impiegare? E così via). Analogamente, per le prove in vivo è stata utilizzata una strumentazione complessa – uno “sniffer” montato sul box di mungitura automatizzata, al di sopra della vaschetta di alimentazione, collegato per mezzo di un tubo a un quadro di misurazione con i sensori per il metano e per altri parametri – ma i ricercatori hanno anche dovuto stabilire, stante il fatto che l’emissione di metano è un’attività continua, che ha luogo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, quali rilievi è bene considerare ai fini dell’analisi statistica tra le migliaia di dati disponibili. All’uopo, con l’ausilio dell’IA, i ricercatori hanno sviluppato un sistema di report settimanale.

La via è segnata

Ai fini pratici è presto per dire se questi studi porteranno a una soluzione alimentare da utilizzare in stalla efficace ai fini del taglio delle emissioni di metano, ad effetto durevole nel tempo e commercialmente disponibile. Quello che è certo, è che il progetto “Liquid Green Gas Solution” ha aperto la strada a nuove, future sperimentazioni mirate a migliorare l’efficienza alimentare e la sostenibilità dei nostri allevamenti da latte.

Per misurare il metano sviluppatosi in vitro dal liquor ruminale prelevato dalle bovine, è stata impiegata questa sofisticata strumentazione, denominata “Gas Endeavour System®”.

Lo “sniffer” installato nel box di mungitura automatizzata e utilizzato per captare il metano emesso dalle bovine incluse nella sperimentazione, e il quadro di misurazione con i sensori per il metano, l’anidride carbonica, la temperatura e l’umidità.

Tratto da Allevatori TOP n°07/08 – 2024

11 Giugno 2024

Tecnopolo di Reggio Emilia

“La ricerca è fatta di un passo dopo l’altro e ad ogni passo si affrontano nuove sfide e problematiche che cerchiamo di risolvere. Ad oggi siamo abbastanza contenti di quello che abbiamo fatto e dei risultati che abbiamo raggiunto e speriamo di poterne far tesoro per il futuro. Confidiamo, per chi sta lavorando nello stesso ambito, nella possibilità di poterci confrontare specialmente sul tema delle metodiche, oltre che su quello delle difficoltà pratico-operative, perché riteniamo che ci sia una vera possibilità nel futuro di valorizzare una minor produzione di metano all’interno degli allevamenti, ma solo nel momento in cui saremo in grado di fornire sistemi di misura precisi ed affidabili. Essere in grado di misurare direttamente i parametri, animale per animale, ci consentirà di dare il via in maniera significativa.

Una delle maggiori sfide incontrate durante questo progetto è stata la gestione di migliaia e migliaia di dati da ricondurre ad un singolo individuo per avere un risultato finale. È stato un lavoro estremamente complesso e assolutamente unico; non esiste uno script simile in alcuna bibliografia, né disponibile altrove. Quello che ne è risultato è stata una vera e propria intelligenza artificiale che ci consente di avere in pochi minuti i risultati di un giorno o un mese di 50, 100 , 1.000 vacche che sono passate in robot di mungitura.

Questo è forse uno dei risultati più interessanti alla fine del progetto.

Durante lo studio, l’utilizzo dell’additivo RED – MET è stato accompagnato ad una dieta appositamente formulata per modulare l’apporto di acidi grassi, e questo ci ha portati ad ottenere risultati positivi. Crediamo, infatti, che l’approccio da perseguire sia quello di comprendere qual è la migliore combinazione di alimenti e nutrienti, valutati e studiati nel loro insieme, per ottenere il miglior risultato possibile in termini di riduzione delle emissioni di metano.”

Prof. Andrea Formigoni

Università di Bologna